LE ORIGINE STORICHE

    Il territorio della parrocchia di S. Andrea dei Lagni si estende in una zona che è storicamente famosa per essere stata sede dell'antica Capua. Capua (Vetere), fu una metro­poli della Campania che, nel tempo del suo massimo splendore, poteva essere paragonata a Roma, a Cartagine, a Corinto e che, secondo il Mazzocchi, arrivò a contare più di un Milione di abitanti.

La città fortificata un tempo aveva sette porte dalle quali si dipartivano altrettante strade. Il territorio della Parrocchia veniva attraversato da due di queste strade: « Via Cumana » e « Via Atellana», che partivano dall'Anfiteatro, a breve distanza l'una dall'altra. La via Cumana attraversava il Clanio (Regi lagni) con il Ponte a Selice e si diramava verso Pozzuoli e quindi Cuma; la via Atellana attraversava il Clanio con il Ponte Rotto e raggiungeva la città di Atella (l'attuale S. Arpino).

Lungo tutto il percorso delle strade maggiori si era soliti costruire ville, palazzi, templi, statue, piccole cappelle, sepolcri che, in alcuni casi, costituivano il nucleo intorno al quale si verificò l'aggregazione in « pagus » (villaggio). Tra l'altro, diversi sono stati i ritrovamenti archeologici (due sarcofagi nel 1810, antiche tombe romane con vasi di creta, lacrimatori, anfore ecc. . .) nella zona compresa tra il casale di S. Andrea e la località campestre detta Savignano (o Sabinianum, lungo la via Cumana) villaggio scomparso, di cui non si ha notizia.

Probabilmente si tratta della « villa Savignani » di cui parla Pietro Diacono nel suo «Registro » (anno 910).

Il casale di 5. Andrea ebbe probabilmente la sua origine lungo la via Atellana, se è vero come si pensa, che l'odierna via centrale, che attraversa il Rione (via Cav. di Vittorio Veneto sulla quale si affaccia la chiesa) coincide con la vecchia via Atellana. (Ancora oggi una antica pietra scolpita, raffigurante un adulto con bambino, è murata alla base di uno dei pilastri del portone della casa in via Trento a circa 100 metri dalla chiesa. E' interessante inoltre ricordare che durante i lavori di sistemazione delle nuove condutture del­l'acqua potabile, in via Merano, località « Siata », a circa due metri di profondità, si raggiunse un lastricato molto resistente somigliante ad una vecchia strada e che sono ancora particolarmente attivi i tombaroli nella zona campestre in località « pozzillo »).